Avanti e indietro memoria a tratti

Pina Lupoi

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Tutto aveva avuto inizio da una emozione e con un’altra emozione, sarebbe finito.

Ci sono fogli scritti da me e cartoline… foto… giornalini per ragazzi e vecchie pubblicazioni: sono proprio questi a rafforzare l’idea dell’emozione attraverso uno scritto, anche breve e frammentario. Ne leggo uno a caso.

…Bova sorge sulla roccia e il paese visto da lontano è compatto, saldato alla pietra. Il mare da quella rupe è chiaro e sconfinato. Quella mattina soffiava il vento di scirocco e dopo qualche ora, mi venne voglia di ritornare a casa. Pensai: “Forse ha un senso questo silenzio”. Alcuni scrittori stranieri attraversarono a piedi questi vicoli e poi scrissero che qui era proprio il paradiso ma aggiunsero che gli abitanti di questo eden erano bisognosi

di tutto. “Dio santo questo paese è addormentato”.

Dove era il castello, rimaneva solo un rudere: ebbi un brivido: “Sembra un frammento di dente cariato… un dente di un gigante.

…Secondo i regolamenti di quelle antiche vallate, dove si mascherano intrighi e delitti, tutto era scritto nelle tradizioni contadine: il sugo di capra, i maccheroni col buco, il peperoncino e il basilico nell’orto. E il pane di grano con le frittole di maiale. Il pane caldo nella madia.

“Ma poteva bastare tutto questo, assieme al vino greco?” mi chiesi.

Lì si vendemmiava ancora come al tempo di Noè. Molte famiglie ritornavano solo per avvertire quegli odori, altre invece avevano venduto le case, sostituendo le melanzane nei barattoli di vetro e i pomodori sott’olio, con tutto il bendiddio dei supermercati.

C’era una chiesa cristiano ortodossa, dove di solito un prete col cappello a cilindro e la barba lunga e incolta, recita il Vangelo in greco antico. L’incenso puro rendeva l’aria immacolata.

Ogni angolo aveva storie segrete che erano il passo invisibile degli avi; ma continuai a pensare che la vita era altrove.

Oggi mi immalinconisce questo universo dove ancora noi mamme, con l’aria da chiocce protettive, prendiamo i figli dalla gola.

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